Deus “Ex-port”

Nella Grecia arcaica la necessità del commercio, dettata da scarse risorse interne, ha influenzato la cultura e la mentalità dell’epoca aprendo il passo allo strutturarsi della filosofia occidentale, nata dall’incontro di popoli, dalla forza delle diverse possibilità, dalla potenza dell’ibridazione, come descritto nel libro “Black Athena” di Martin Bernal.

Nel mercato globale il saldo della bilancia commerciale di un Paese determina buona parte del suo grado di affidabilità per le agenzie di rating internazionali e questo non a caso.
Esso è infatti una misura diretta della capacità di fare network nel tempo, influenzando le dinamiche interne; è dunque un efficace indicatore di resilienza, stabilità e potenziale di sviluppo.

Nel sentir parlare di export sembra che si invochi una parola magica, capace di fare miracoli, come il “deus ex machina” delle tragedie di Euripide, cosa lontana dalla realtà se consideriamo quanto, ancor di più su larga scala, sia fondamentale una comprensione ampia, che abbracci una visione macroscopica senza trascurare precisione e dettagli, dimostrando così inequivocabilmente la validità della propria azienda.

Le aziende, che ne sono il motore, oltre a dimostrare capacità competitiva e di aggiornamento beneficiano di una diversificazione delle opportunità.
Ciò ha portato in Italia alla crescita delle le PMI, il cuore pulsante della sua economia.

Infatti per affacciarsi ai mercati esteri è necessaria una gestione aziendale fluida e sistemica, un’immagine e una comunicazione adeguata, la conoscenza chiara delle barriere.
Tali dinamiche risultano inseparabili dall’utilizzo di dati oggettivi e aggiornati, base della strategia di crescita nonchè strumento per cogliere le occasioni e prevenire le criticità.

I dati storici ci mostrano come le aziende italiane che hanno esportato nell’ultima decade siano cresciute costantemente, mentre la riduzione del loro numero conferisce all’export il titolo di palestra d’elite e di trampolino di lancio.

In ultima analisi l’export sembra essere sia strumento misuratore che causa di profonde variazioni economiche, dunque sociali e culturali.

Andrea Altobello – Business Analyst

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